Il rugby in Sicilia e il “part-time” dei suoi dirigenti
Sono trascorsi due anni dall’ insediamento dell’ attuale comitato regionale ed è tempo per i primi bilanci. Tenendo anche conto della non certo favorevole situazione generale delle finanze possiamo dire che questo comitato non si è certo distinto per efficacia e trasparenza.
Il rugby siciliano si aspettava una fase di rilancio e le intenzioni del comitato facevano ben sperare, ma purtroppo poco è stato fatto in questi due anni
Possiamo dire senza possibilità di smentita che si è tutelato solo le società dalle quali si è avuto i voti, ignorando le società che allora avevano votato contro.
Con alcune società i rapporti non sono stati certi idilliaci e guarda caso parliamo delle due società che nelle elezioni di due anni fa aveva i votato per un altro candidato. Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato ,ma spesso ci si azzecca…
In Sicilia i problemi sono tanti e tutto il movimento necessita di un presidente che sia 365 giorni a lavorare per il bene del rugby isolano.
Non è possibile avere un presidente sempre in giro in Italia impegnato a fare altro o con i suoi “selfie” da ex campione .Fare il presidente di un comitato è un impegno duro, quindi riteniamo che il prossimo presidente e anche i futuri consiglieri rifiutino altri incarichi federali nell’interesse del movimento.
Non sono ammessi part-time perché il difficile momento del rugby siciliano richiede dei dirigenti che lavorino solo per un progetto unico: fare ripartire il rugby in Sicilia.